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Piante officinali
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Astragalus glycyphyllos L.

 

astragalo

 

Nome volgare: Astragalo falsa liquerizia

Famiglia: Faseolacee

Descrizione: Pianta perenne erbacea, glabra o glabrescente, con fusti (30 -100 cm) poco ramificati, prostrati, striscianti e arrossati alla fioritura.
Le foglie sono alterne, imparipennate, con 9 – 15 segmenti da ovati ad ellittici , lunghe anche 20 cm, di colore verde pallido con stipole intere, lanceolate e acuminate.
I fiori, lunghi 11-15 mm, ermafroditi, riuniti in infiorescenze rade 8-30, su peduncoli più corti della foglia corrispondente, prima eretti, successivamente penduli, sono lievemente profumati; calice glabro, campanulato a denti più corti del tubo; corolla color giallo-verdastra.
I frutti sono legumi arquati e cilindrici, acuminati, glabri o glabrescenti, lunghi 3-4 cm.

Antesi: Maggio – Luglio

Tipo corologico: Europ.-S-Siber.( Europa meridionale e zone subsiberiane).

Distribuzione in Italia: Comune in tutto il territorio assente in Sicilia e Sardegna.

Habitat: Luoghi erbosi, boschi caducifogli, mesofili, da 100 a 1.400 m.
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Etimologia: Il nome del genere in greco “astrágalos” indica sia una leguminosa che un ossicino angoloso, forse si fa riferimento alla forma dei semi, spigolosi.

Curiosità: Pianta nota come " liquirizia selvatica o falsa liquirizia" non è usata per ottenere questo prodotto. La liquirizia è ricavata dalla “Glycyrrhiza glabra”.
Dall’ Astragalus gummifer Labill e sspp, si ricava la gomma adragante, una resina naturale con notevoli proprietà colloidali ed addensanti, utilizzata in particolare nel restauro cartaceo, nell’acquarello, nel guazzo e nella miniatura.
Altre specie di Astragalus, sono buone foraggere, alcune invece vengono coltivate a scopo ornamentale

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Astragalus monspessulanus L.
(Astragalus atticus Hausskn., Astragalus chaubardii Bunge, Astragalus chlorocyaneus Boiss. & Reuter in Boiss., Astragalus cossonii Bunge, Astragalus macedonicus Heldr. & Charrel in Charrel, Astragalus praecox Baumg., Astragalus vandasii Velen.)

Astragalo rosato, Astragalo di Montpellier

Descrizione: Pianta erbacea perenne, acaule o con brevi fusti ascendenti e legnosi alla base, leggermente pubescente per peli medifissi, alta 10-25 cm.
Foglie imparipennate con 21-41 foglioline ellittiche, verdi e glabrescenti nella pagina superiore.
Fiori raccolti in racemi multiflori portati da peduncoli ascellari nettamente più lunghi delle foglie. Calice glabro, arrossato, tuboloso, con denti acuti lunghi anche fino a 2/3 del tubo. Corolla rosso vinosa con il vessillo assai più lungo delle ali e della carena ottusa (6 x 20-26 mm). Androceo diadelfo.
Il frutto è un legume subglabro, cilindrico, lineare, appuntito, arcuato lungo 25-40 mm

Antesi: Maggio –Giugno

Distribuzione in Italia: Valle d'Aosta, Piemonte, Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia

Habitat: Prati aridi, pendii, pascoli, dirupi, su suoli pesanti e preferibilmente di natura calcarea da 300 a 2.300 m

Note di sistematica: oltre alla subsp. monspessulanus sopra descritta distribuita sui rilievi alpini ed apenninici ed anche in Sicilia , vegeta ed è comune nel Carso Triestino da 0 a 300 m.
Astragalus monspessulanus L. subsp. illiricus (Bernh.) Charter = (Astragalus wulfenii Koch) con caratteri poco differenziati dalla specie tipica quali le foglioline e i frutti più larghi rispetto alla loro lunghezza.

Etimologia:
Dalla parola greca astragalos che da il nome ad una leguminosa e che ha anche il significato di ossicini spigolosi probabilmente con allusione alla forma sei semi angolosi di queste piante. Il nome specifico si riferisce al presunto luogo di origine.

fonti:
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